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Inaugurazione della mostra
dal 18 Marzo 2011 al 26 Marzo 2011 - Segnalato da L' archivio14 info:
@L' archivio14 Via Lariana 14, 00199 Roma
0689561754www.larchivio14.it info@larchivio14.it
L'archivio14 è un progetto a cura dell' a.s.d. Oxygene
ingresso con tessera associativa annuale 3€
DISPERSIONE…
ciò che è dis-perso
come sparso nelle sue parti, in parti mandato frammentato
per modo che della sua stessa cosa si perda la traccia.
DIS-perso come diviso nelle sue parti fatto a pezzi, lembi, frammenti.
In parti dis-PERSO in quanto consumato, dissipato. Corrotto nelle sue parti, distrutto, sterminato.
Il corpo.
Questa presenza primordiale, figura dell’impotenza attuale.
Il corpo.
Questa presenza ottusa oramai rimossa nella ricerca di una sostanza.
Oggi il corpo
questo soggetto segnato da stigmate profonde,
ci parla dell’assenza,
originaria mancanza che rimanda a soli relitti,
questi corpi espressione evidente dei nodi drammatici di questo tempo.
Questo corpo dunque,
attante subietto del teatrino moderno,
diviene icona delle rovine della nostra società,
testimone martirizzato di una cultura che ha perduto il suo dialogo col mondo,
un obbligo etico.
Ciò mi porta a pensare che la questione fondamentale resta l’inoppugnabile coinvolgimento somato-empatico dell’autore con ciò che si va materializzando sulla tela. Costante e tenace sperimentazione della propria presenza nell’oggi. La presenza del proprio corpo, di questa massa coagulo di forze da cui non si può prescindere. La prima forma. L’evento originario con cui si ha a che fare, fin da principio. Esperienza delle esperienze. L’esperienza del corpo come esperienza di sé e del mondo, di sé nel mondo.
Ecco che questa esperienza è sempre anche e principalmente un’urgenza. L’urgenza di sé, del proprio atteggiamento nel mondo, come parte del mondo. E allora il gesto stesso del dipingere non può non esser(n)e, in ogni modo, in ogni tempo ed in ogni luogo, coinvolto. Così tutta l’intensità e la forza che lo determinano allo stesso tempo lasciano manifesto ciò che solo resta alla vista, ciò che si mostra sulla scena – tesa – della tela: quella materia incarnata quale corpo-segno che solo è ciò che è, quand’è e dov’è….niente di più.
Ecco allora che dipingere è inquadrare sulla tela il motivo sostanziale della realtà, fino alla più intima e occulta radice. Bisogna scavare la realtà nella sua più prossima evidenza: la nostra presenza oggi nell’oggi. Il corpo, la nostra prima presenza. La presenza della materia carnale quale messa in mostra, manifesta ed incessante, del nostro stare al mondo. Il corpo, dunque, quale voce che risuona dagli abissi più profondi della condizione umana, perché un’arte è pura nel suo essere cura per l’uomo nel suo stare al mondo.
Una urgenza.
L’urgenza del corpo che si manifesta qual è: oltre l’ostacolo dello statico, oltre lo spazio vuoto, piantato nel fondo anonimo della tela.
Il corpo.
Questa presenza carnale che torna ad essere, di forza, fatto d’offerta, in attesa, allo sguardo di chi aspetta ed osserva.
Alessandro Morino