Dalla sperimentazione di mostre ”senza fissa dimora” è nata l’idea di fare del nomadismo culturale un punto di forza, una sorta di galleria “mobile e flessibile”, speculare rispetto a quelle radicate al territorio e localizzate nel centro delle città, ma non per questo meno importanti.
“Quadratonomade” è un museo itinerante. Il progetto prevede il recapito di alcune scatole ad artisti di elevato spessore, attivi nel panorama contemporaneo nazionale e internazionale. Le scatole sono vuote, per le loro dimensioni richiamano la forma del quadrato, figura geometrica universalmente usata nel linguaggio dei simboli, platonicamente considerata insieme alla forma del cerchio “assolutamente belli in sé”. Sono di colore bianco, corrispondente al silenzio assoluto, simbolo di un mondo senza materia. In ogni scatola l’artista custodisce il proprio gesto creativo. Come Museo in miniatura, la scatola, il “quadratonomade”, diventa talvolta simbolo femminile, raffigurazione dell’inconscio e del corpo materno, contenitore che racchiude e separa dal mondo ciò che è prezioso, vaso di Pandora che contiene e poi sprigiona tutti i mali, raccoglitore di idee visibili o precluse alla normale esperienza retinica, incolmabile vuoto. Dalla forte carica simbolica assume significati e significanti, scatola nera che registra e protegge, scatola cranica, prodotto da consumare come cibo in scatola, allucinante gioco di scatole cinesi, preziosa scatola custode del tempo, scatola scenica, luogo di confine tra “essere e apparire”, “forma e sostanza”, “superficie e profondità”, “pelle e interiorità”, “visibile e invisibile” , “dentro e fuori”. Ed è con l’azione di “aprire” che si mette in atto la volontà di manifestare, rendere visibile, mettere al mondo. Associata all’idea del dono, dello stupore, della meraviglia, della sorpresa, denota “capacità evocativa minima e opacità massima” all’interno della quale tutto è possibile ed irrompe il potere illusorio e visionario dell’arte. Il quadratonomade è destinato per vocazione a ”viaggiare”, inizialmente nelle periferie della città di Roma e, per incentivare circuiti di scambio culturale, anche in Italia e/o all’Estero. L’obiettivo è quello di riqualificare culturalmente gli spazi periferici e suburbani, ciò è possibile attuando una “ricucitura culturale” tra centro e periferia, nonché tra città ed hinterland, luoghi accomunati dalla carenza di stimoli culturali. La strategia per il raggiungimento degli obiettivi prevede un’alternanza di eventi dal centro alla periferia o viceversa. Vorremmo creare “pari opportunità” per quei ragazzi “lontano da tutto e assetati di tutto”, facendo arrivare loro autorevoli voci dell’arte contemporanea. Il nostro intento è di provocare “reazioni” che restituiscano un senso di appartenenza positivo al luogo.

Un’iniziativa di centoxcentoperiferia.
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