Non esiste motivo nella tessitura dell’Anatolia che sia usato casualmente o solo nella sua semplice considerazione estetica. Ogni tratto infatti si è evoluto attraverso il patrimonio culturale che l’uomo ha conquistato in una lotta contro la natura nel corso di migliaia di anni.
Può la tessitura essere considerata una delle più antiche forme dell’artigianato prodotto dall’uomo? James Melaart, archeologo inglese, pose questo interrogativo negli anni ’50 quando scoprì nel sito archeologico di Chatal Hoyuk, nei pressi della città di Konya, degli affreschi che raffiguravano kilim. I motivi visibili in questi affreschi sono molto simili a quelli tuttora tessuti nella stessa area di Chatal Hoyuk: una località neolitica dell’Anatolia.  (Melaart J. 1967, Thames and Hudson, London).

Oggi, nonostante la globalizzazione, gli antichi motivi continuano ed essere intessuti nei kilim ed i temi decorativi sono fortunatamente quelli che ancestralmente guidano ancora i valori tribali delle etnie che producono kilim riflettendo quelle eterne espressioni di desideri, di aspettative, le loro paure e le loro credenze. Questo patrimonio si diffonde dai Balcani alla Cina.  Edoardo Marino illustrerà l’iconografia dei tappeti, la loro storia e funzione sociale.