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Eroi per caos 1995-2003
dal 14 Maggio 2008 al 30 Settembre 2008 - Segnalato da carola info:
L’A Archimede Contemporary
Via del Fiume 10/b,
tel 06 32609340 fax 06 32609438
Inaugurazione
Mer 14 maggio h 18,00
fino al 30 settembre
mar-ven h12,00 – 18,00
http://www.larchimede.com
Mer 14 maggio h 18,00 h 20,00
la seconda parte della mostra aperta fino al 14 giugno
lun-sab h 12:00 -19:30
info@larchimede.com
+39 338 6927855
Mercoledì 14 maggio 2008 alle ore 18,00 inaugurerà a Roma il nuovissimo spazio espositivo L’A Archimede Contemporary in Via del Fiume 10/b, con la mostra personale di SILVANO TESSAROLLO dal titolo EROI PER CAOS 1995-2003 la cura del progetto è di Gianluca Marziani, subito dopo alle ore 20,00 nella sede di via del Vantaggio 23/a si apre la seconda parte della mostra.
La nota galleria romana L’ARCHIMEDE raddoppia i suoi spazi per l’arte contemporanea, alla sede di via del Vantaggio 23/a si aggiunge la galleria in via del Fiume 10/b si chiama L’A Archimede Contemporary un nuovo luogo espositivo destinato alle ricerche del presente.
La programmazione inizia con Silvano Tessarollo, artista italiano che L’Archimede ha seguito negli anni con costante attenzione, costruendo un percorso che l’attuale progetto mostrerà al pubblico nella sua interezza. Il primo segnale importante sta proprio qui, nel modo in cui la galleria ha supportato la ricerca dell’autore, consentendo la realizzazione di complesse sculture dai formati ambientali: a. le grandi sculture, i video e i lavori digitali nella nuova sede di via del Fiume. b. gli acquerelli, altri lavori digitali e i multipli nella sede di via del Vantaggio
Come dice il curatore Gianluca Marziani: “Aprire la seconda sede di uno spazio implica maggiori responsabilità rispetto a quando parti con un luogo vergine. Era necessario dare un segnale di autonomia ma anche di continuità con la storia della galleria. Partire con Tessarollo ci sembrava la cosa più sensata e coerente, proprio per il lungo legame che ha unito e tuttora unisce l’artista alla famiglia Mucciaccia. Altrettanto adeguato ci sembrava il focus su un preciso periodo della carriera di Tessarollo, quello connesso alla figura archetipica del topo, protagonista (non unico ma) ossessivo lungo gli anni. Due i filoni principali: le opere in cera industriale, fin dagli esordi il materiale prediletto dall’autore; e poi le sculture in vetroresina dipinta, altro materiale spiazzante che lo ha visto alle prese con opere di grande formato, dalla gondola coi Simpsons (O Sole Mio) alla piramide vivente (Geografia Umana) o all’Ape con topi a bordo (Il Cammino è Carne).
Silvano Tessarollo ha saputo costruire un’identità di rigore e valori attorno ai temi della nuova scultura figurativa. Usando le matrici iconografiche del fumetto, l’artista veneto ha declinato i sentimenti dell’umana natura attraverso opere di solido impatto plastico e sottile analisi morale. I suoi progetti giocano da sempre sul cortocircuito tra l’immaginario “buono” del fumetto/cartoon e l’impatto “cattivo” del suo mondo a misura di istinti forti. Da oltre quindici anni l’artista elabora racconti brevi attraverso animali scultorei a cera industriale. A questi si aggiunga il bestiario in vetroresina che hanno preso forma nella seconda metà degli anni Novanta. Fino all’utilizzo di altri linguaggi con cui completare la sua visione: elaborazioni digitali, acquerelli, pastelli e progetti video, quattro momenti che si aggiungono ai volumi tridimensionali, mostrando le possibilità interpretative attorno ai soggetti di riferimento.
Scriveva Marziani in un catalogo dell’artista: “Tessarollo racconta la vita dentro il filtro ‘perverso’ dell’interpretazione plastica. Dice chi siamo, cosa facciamo, come agiamo: e già questo rappresenta una ‘trasgressione’ rispetto al candore retorico di tante matrici fantasiose. Poi aggiunge il cortocircuito dell’ironia, dando alla fantasia il colore nascosto del sangue e l’odore freddo della violenza. Ecco perché l’animazione si prosciuga gradualmente per tracciare il filo del tragico. Il corpo sopravanza il resto, abbatte il riso con le armi stesse del grottesco dietro il dramma. Torna il binomio infallibile tra tragedia e comicità, l’altalenanza tra condizioni opposte di corpi che smascherano i sentimenti più estremi…”