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Wagner e la pittura,
dal 18 Febbraio 2008 al 31 Marzo 2008 - Segnalato da Mario Corinthios info:
Hortui Sallustiani
Modern Art Gallery
Via Piave 28
06 4745493; 347/7001339
Dal 18 febbraio al 31 marzo
lun-sab h.10-13 e 14-19,30
ingresso libero.
Il progetto di un corpus di opere ispirate alla Tetralogia di Richard Wagner nasce negli anni ‘80. Arricchitosi nel corso degli anni, il progetto è un work in progress, per la sua capacità di evolversi incessantemente. Nella mostra intitolata “Wagner e la pittura”, verranno esposte per la prima volta anche alcune opere dell’artista romano ispirate al Parsifal, ultimo capolavoro del musicista tedesco, recentemente rappresentato al Parco della Musica in forma di concerto.
“La filosofia di Wagner scaturisce dalla sua musica, e quest’ultima è anche pensiero, interpretazione e visione del mondo” scrive Mario Corinthios nel suo breve saggio intitolato “Richard Wagner, la dottrina dell’eterno ritorno nella Tetralogia: ipotesi per una rilettura filosofica dell’Anello del Nibelungo”. “La restituzione dell’anello alle acque del Reno, va vista come l’inizio di un nuovo ciclo: è il cerchio che si chiude in maniera inequivocabile ma che prelude ad una nuova nascita. Questa “circolarità” della Tetralogia è stupendamente espressa dal riproporsi, nel finale del Crepuscolo degli Dèi, del motivo dell’elemento primordiale, tema germinale con cui si apre il Rheingold.”
Per comprendere il perché di un ciclo di opere dedicato a Wagner, occorre approfondire la relazione che esiste tra arte e mito. “Parsifal esiste, Sigfrido esiste”, spiega l’artista. “Perché il mito è l’alfa e l’omega, è il destino dell’uomo, è anticipazione di ciò che verrà, è nutrimento dell’anima, senza la quale il corpo non sopravvive. Il mito vive in noi e noi viviamo in esso”, scrive l’artista romano. “Ciò che ci circonda è spesso illusione, mentre il mito è rappresentazione della verità che si cela oltre l’apparenza ingannevole delle cose. E’ il mondo platonico delle idee che conferisce significato e consistenza al mondo sensibile. L’arte ha la peculiarità di rivelare, così come fa il mito, la vera essenza del mondo. L’artista è dunque veggente, prevede e predice come le Norne, le notturne tessitrici del destino della mitologia germanica. La sua forza visionaria altro non è che la capacità di guardare oltre l’apparenza ingannevole della realtà, di fissare lo sguardo sul Tempo assoluto, metastorico e metafisico. La sua sintesi artistica diventa in tal modo sguardo che svela, che rivela. Egli è il “puro folle”, l’innocente, colui che rivela all’umanità accecata e smarrita il proprio destino, ma anche l’eroe che distrugge l’incantato e ingannevole giardino di Klingsor”.