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Finissage Mostra Madame Psychosis di Gianluca Cavallo
dal 28 Gennaio 2016 al 29 Gennaio 2016 - Segnalato da elena info:
orario lun-ven 10-18
Gianluca Cavallo
Madame Psychosis
28/01/2016
Arthes Gallery, Via Giulia n. 111, Roma – email: arthesgallery@gmail.com – Tel: 06-6878620
La ragazza con gli occhi d'Oro
La mostra Madame Psychosis, sin dal titolo mediante slittamenti semantici e tematici, produce un effetto di straniamento. Se da una parte infatti si potrebbe immaginare come protagonista una nobildonna con qualche difetto di connessione con la realtà, dall'altra, pronunciando il suo nome tutto di un fiato “medempsicosis”, ci si accorge che il suono delle parole potrebbe rimandare all'antichissima dottrina della trasmigrazione delle anime, metempsicosis, appunto. L'effetto di spaesamento non è casuale, poiché Gianluca Cavallo vuole proiettare il malcapitato osservatore nell'acme del climax narrativo di Infinite Jest, un famoso romanzo di David Foster Wallace. Madame Psychosis allora prende le fattezze di Joelle Van Dyne, un personaggio cardine nel romanzo, nonché protagonista di un video di circa sessanta minuti attorno al quale ruota l'intera trama. Si tratta di un filmato che produrrebbe in chi lo guarda una reazione simile a quella di una potente droga, così lo spettatore, sotto il suo effetto, perde qualsiasi interesse per la vita reale divenendo dipendente dalla sua incessante riproduzione.
In mostra sono presentate undici opere comprendenti lavori inediti e lavori meno recenti, ai quali è lasciato il compito di delineare un percorso che sia al tempo stesso tematico e cronologico.
Partendo da Clarissa D, Cavallo inizia ad analizzare le camaleontiche sfaccettature dell'universo femminile, rimanendo però ancorato ad un bagliore di umana sofferenza. Nei lavori successivi come La Riflessione, le gote vermiglie trascolorano e lo sguardo si tramuta in muta fissità. Le labbra che prima lasciavano spazio ad un debole respiro, o ad una parola detta sottovoce, ora si serrano, cedendo agli occhi arsi il compito di raccontare il loro intimo destino. Se ancora in Monotipo era possibile vedere il segno di un'immobile pupilla che imprigionava lo sguardo in una dimensione catatonica, in Rimini «Teresa ha gli occhi secchi», non le è rimasta nemmeno più quella goccia di sale sulla riva delle ciglia che iconograficamente descrive la fragilità di tutte le donne. Protagonista appare quindi una donna che accoglie in sé tutte le mortali inquietudini, che si lasciano intuire soltanto da coloro che si concedono il tempo di apprezzare la loro umana complessità.
Dopo questa carrellata di volti femminili, Iride si presenta come l'elemento estraneo. L'opera facente parte della serie “Bianchi e Neri”, i cui protagonisti sono delle silhouette che Gianluca Cavallo, giocando con l'impossibilità dello sguardo di distinguere i pieni e i vuoti presentati su una superficie piana, realizza attraverso delle semplici e nette pennellate nere su fondo bianco. Il bianco della superficie però non è solamente un fondale scenografico, ma si salda come in un puzzle alle parti dipinte dall'artista, andando a connotare così i volti e i gesti dei personaggi. In questa mostra Iride assume le fattezze di occhio meccanico. Se da una parte potrebbe ricordare l'obiettivo della videocamera utilizzata per riprendere la nostra protagonista Madame Psychosis durante le scene più disarmanti del film, dall'atra potrebbe anche rappresentare la lente focale della macchina fotografica, attraverso la quale l'artista sembra rappresentare i suoi soggetti con la delicata leggerezza di chi sa osservare a distanza.
Di Sara Fiorelli