Dai il tuo parere!
Trovi che questa segnalazione sia interessante o utile? Che sia in linea con lo spirito di RomaCheap? Oppure pensi che sia un abuso o troppo poco "cheap"?
Cliccando sulle due icone qui in basso puoi dare il tuo giudizio su questa segnalazione e così aiutare anche gli altri utenti ad orientarsi sulle diverse offerte.
Il giudizio degli utenti!
Questa segnalazione piace a
0 persone e non piace a
1 persone
Il “Dio Mandrione” di Pasolini e Gabriella Ferri
il 31 Maggio 2015 - Segnalato da Roma e Lazio x te info:
Docente: Ornella Massa
Ora di inizio: h 18.00 (appuntamento 30' prima)
Appuntamento: Via Tuscolana 692, davanti al Ristorante-Osteria Seinovedue a Porta Furba, 10 minuti a piedi dalla fermata metro A: Arco di Travertino
Contributo associativo: €8 adulti; €4 (13-17); €2 (6-12); gratis 0-5
Sconti: 2 euro di sconto a chi partecipa a 2 visite organizzate dalla nostra associazione durante la stessa settimana.
Se interessati, potrete trovare le informazioni relative alle altre visite in programma sul nostro sito: http://romaelazioperte.blogspot.it
Prenotazioni: romaelazioxte@gmail.com; o inviando un sms al nostro accompagnatore Marco 3296892418 indicando data e titolo della visita, nome e cognome di chi effettua la prenotazione, nr. di partecipanti (specificando eventuale età di bambini), nr. di cellulare e indirizzo mail. La prenotazione è indispensabile per ricevere conferma e x essere ricontattati in caso di variazioni.
Visita guidata della borgata "Mandrione" nata fra le arcate “muschiose” di sette acquedotti romani stretti fra la via Tuscolana e la via Appia Nuova.
Luogo onirico e suggestivo che diede spunto ai racconti di Pier Paolo Pasolini e alle note di Gabriella Ferri, che cantava di un “Dio impossibile” (brano che ascolteremo). In quest’area archeologica, un tempo immersa nella campagna romana, trovarono dimora a partire dagli anni cinquanta, centinaia e centinaia di baracche, una sorta di "quartiere residenziale di poveri" arroccato tra i reperti archeologici e i binari di una ferrovia. Della “baraccopoli” oggi smantellata, restano tracce d’intonaco, carta da parati e maioliche a rivestire le volte e gli archi di case improvvisate sulle note della fantasia, ma soprattutto la memoria dei suoi abitanti come descritti da Pasolini e immortalati in immagini d’epoca: “ragazzini immersi nel fango lurido che mandano bacetti ai passanti”.