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00176 PIGNETO CITTA' APERTA 2014

dal 22 Maggio 2014 al 25 Maggio 2014 - Segnalato da TRAUMA STUDIO
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info:
INGRESSO GRATUITO A TUTTI GLI EVENTI, SALVO TESSERE DI CIRCOLI E ASSOCIAZIONI

Qui l'evento FB https://www.facebook.com/events/1515386405355577
Qui il programma completo e aggiornato: https://www.facebook.com/notes/trauma-studio/programma-00176-pigneto-citta-aperta-22232425-maggio-2014/1437798896468380

www.traumastudio.noblogs.org
www.facebook.com/traumastudio

00176 PIGNETO CITTA' APERTA 2014 In ogni edizione ci impegnamo a promuovere nuovi modelli di intrattenimento, alternativi e sostenibili, e incoraggiamo forme di aggregazione e socialità più umane tra i cittadini.

Lo status di “Città Aperta” veniva dato in situazioni di pericolo a quelle città che si decideva di cedere al nemico, pur di non farle diventare campi di battaglia. Si evitava così che venissero devastate e distrutte dai combattimenti, cedendole a una forza di occupazione. In questo modo, però, i loro beni venivano comunque saccheggiati e i loro abitanti pesantemente vessati. Atene, Parigi, Bruxelles, Belgrado, Firenze e Roma sono state tutte Città Aperte nel corso della loro storia. In particolare, quel momento tragico nella vita di Roma fu immortalato da Rossellini nel film "Roma città Aperta" che avremo l'onore di proiettare nella versione recentemente restaurata, Domenica 25 Maggio, a piazza Nuccitelli-Persiani, con l'introduzione di Renzo Rossellini e dell'Archivio Storico della Viscosa.

La nostra opinione è che il Pigneto sia stato già ceduto e che i suoi occupanti e sciacalli siano speculatori senza scrupolo e imprenditori senza criterio. Come Trastevere e San Lorenzo prima, ora è il quartiere Pigneto che rischia di perdere la sua identità per diventare uno sterile divertimentificio dove parcheggiarsi e consumare. Per molti la soluzione ai disordini che questa squinternata trasformazione sembra essere la militarizzazione del quartiere o le bislacche ordinanze estive, ma un clima da coprifuoco alimenta soltanto la cultura della paura e del controllo. Il Pigneto non può sembrare un check-point in zona di guerra! E poi certi disordini si potrebbero risolvere in ben altro modo. Con la forza della cultura che dissipa la cultura della forza (e della violenza). Con il decentramento dei locali, per non creare zone decadenti e sovraccariche, circondate da zone disservite e buie. O con l'antiproibizionismo che cancellerebbe lo spaccio.

Per migliorare la qualità delle nostre vite non ci serve più esercito. Ci sarebbe bisogno di un maggiore senso di appartenenza alla comunità, del desiderio di essere determinanti, della capacità di autorganizzarsi e di autotutelarsi e -di sicuro- non guasterebbe un po' di coraggio, per immaginare e per agire collettivamente.

Abbandona la piazza virtuale dei social network e delle TV. per scendere insieme agli altri nelle strade -quelle vere- della tua città!

Vi invitiamo a scoprire e ad apprezzare un Pigneto differente.

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