Piu' che un "reportage" fotografico sulla miniera sarda, "Argentiera invisibili presenze" e' poesia: onirica nenia d' immagini, bianco e nero e battiti di colore, bagliore di metallo e cenere di rose, terra scura e scintilla di vento. Parole, immagini, musica sottratti alla polvere della memoria. Un racconto scandito dalla presenza dei versi densi e profondi di Manlio Massole, poeta-minatore che scava versi proprio in quelle miniere. Una narrazione poetico-fotografica a tre voci profondamente incastonata in questa definizione di Mario Giacomelli: "Lo sfocato, il mosso, la grana, il bianco mangiato, il nero chiuso sono come esplosione del pensiero che dà durata all'immagine, perché si spiritualizzi in armonia con la materia, con la realtà, per documentare l'interiorità, il dramma della vita".
(Bianca Madeccia)