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Il giardino dell’amore

dal 03 Novembre 2013 al 10 Novembre 2013 - Segnalato da stefy
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info:
Iper Uranium Art Gallery, Via dei Banchi Nuovi, 58 - Roma (366-4920837)
Orario: aperto tutti i giorni, ore 11.30-19.00 (incluso domenica); chiamare per appuntamenti fuori orario.
Ufficio Stampa: artepressroma@gmail.com/329-2675007

Il giardino dell’amore Pittore autodidatta, nato in Senegal, nel 1975, Mokodu Fall espone un ciclo inedito di dipinti nella mostra personale Il giardino dell’amore, (Galleria d’arte Iper Uranium, dal 3 al 10 novembre 2013).

L’esposizione, a cura di Stefania Valente, presenta dodici opere, commentate dai testi critici posti a margine dei lavori stessi, di Simone Papalini - scrittore e sceneggiatore romano - che, come lascia intuire il titolo (scelto e voluto dall’artista, ma che cita anche un celebre dipinto di Rubes) ruotano attorno al concetto di amore passionale quale manifestazione di un sentimento più profondo, intenso che unisce gli esseri umani tra loro, al di là di ogni confine.

Fulcro di ogni rappresentazione una coppia che si scambia effusioni amorose in metropoli sempre diverse - New York, Mosca, Roma - identificabili dai loro monumenti-simbolo evocati talvolta con una certa dose di ironia (nel dipinto ambientato a Parigi la Torre Eiffel appare spezzata in due). Più precisamente i suoi lavori sono un omaggio all’unione uomo-donna: scambio interumano che consente a ogni persona di realizzare la propria identità, attraverso il contatto con il “diverso da sé”.

Rappresenta questa concezione “calda” del sentimento che unisce gli esseri umani, che si realizza anche nella carnalità dell’atto fisico, con un segno istintivo, non contaminato, simile a quello delle pitture rupestri preistoriche, ma non solo. «Mokodu Fall – spiega la curatrice - si esprime con un linguaggio primordiale, spontaneo e sincero, talvolta ingenuo, capace di suscitare un forte impatto emotivo sullo spettatore. L’immagine bidimensionale e la stilizzazione delle forme da una parte, i colori accessi – rosso e giallo - in forte contrasto tra loro dall’altra, sono elementi caratteristici di una cifra stilistica che attinge, più che altro, dalla cultura di origine dell’artista, così, come del resto, fecero, a loro tempo, anche gli esponenti delle avanguardie del Novecento a cui, in qualche modo, il suo codice linguistico riconduce».

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